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Seo e Semantica: 10 passi per ottimizzare una pagina

Ottimizzare una pagina in ottica SEO è una tecnica di content marketing di basilare importanza, nel processo di posizionamento del tuo blog ai vertici delle ricerche effettuate su Google.

Vuoi migliorare il tuo posizionamento? Visita la nostra pagina servizi seo.

Finire nelle prime posizioni della SERP ti consente di acquisire quotidianamente lead di qualità, da persone interessate agli argomenti che tratti, e di conseguenza di conseguire profitti più facilmente, rispetto alle tecniche di vendita di tipo outbound.

Quali sono le regole per scrivere un articolo, che sia in grado di incollare i tuoi lettori allo schermo, e allo stesso tempo ottimizzarlo e posizionare i contenuti e le pagine del tuo sito in cima ai risultati di Google?

La strategia per ottimizzare le pagine del tuo blog: il piano editoriale

Il primo step per ottimizzare le pagine del tuo blog è quello di realizzare un piano editoriale.

Piano editoriale significa avere una strategia di pubblicazione, che ti consenta di definire quali sono le mosse da compiere per realizzare, ogni volta, articoli che siano realmente indirizzati a fornire una soluzione ai problemi della tua nicchia di mercato.

Realizzare un piano editoriale significa innanzitutto definire, con precisione, le aree da trattare, all’interno del tema che hai scelto.

Poniamo di voler realizzare un piano editoriale per un blog, il cui tema principale è il vino.

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E suddividiamo il nostro blog in 4 grandi aree da sviluppare

ottimizzare-pagine-seo-piano-editoriale

Gli articoli che scriverai apparterranno ad ognuna delle 4 categorie (Degustazione, Vino Online, Sommelier, Cantine) ed in questo modo sarai sempre in grado di sapere come muoverti, sia a livello di scelta delle keyword - che tratteremo nel prossimo paragrafo - sia a livello di link interni - che è un altro argomento che introdurrò più avanti.

Per il momento, ti basti sapere che hai un argomento generale - il vino - e 4 categorie, all’interno delle quali inserire gli articoli da scrivere.

Il prossimo passo è quello di iniziare ad effettuare un lavoro di benchmarking, ovvero una ricerca di mercato, che ti permetta di capire quali sono i blog nel tuo settore, che stanno già ottenendo risultati importanti e come è strutturato il loro piano editoriale.

Inoltre puoi leggere i loro articoli migliori e capire come sono strutturati e quali sono i punti di forza, che gli permettono di comparire ai primi posti della SERP.

L’obiettivo di Google è quello di fornire la migliore soluzione possibile alla ricerca dell’utente e la SEO è un insieme di fattori, che combinati nella maniera più efficace, consente di fornire all’utente proprio questa soluzione. Di conseguenza, ricorda che non basterà scrivere articoli di qualità, ma anche che, senza di essi, sarà impossibile riuscire a posizionarti sui motori di ricerca.

Piano editoriale e scelta delle keyword

Una volta che hai definito le categorie del tuo blog, devi iniziare ad individuare delle keyword, ovvero delle parole chiave, attorno alle quali costruire i tuoi articoli.

Spesso, dietro al fallimento di un progetto di blogging, c’è la demotivazione dovuta al fatto che si scrivono decine di articoli e i visitatori non arrivano mai. Allora ci si stanca, e il progetto viene abbandonato, magari pensando che non si è capaci di scrivere e che le persone non sono interessate agli argomenti di cui si parla.

La verità è che, oltre alle tue capacità di scrittura, è fondamentale imparare a scegliere le keyword e a riconoscere l’intento, che si cela dietro una determinata ricerca.

Intento di ricerca e tipologie di articoli

L’intento di ricerca non è altro che il fine per il quale un utente effettua una ricerca su Google.

In base a questo obiettivo, sarai in grado di sviluppare articoli che cerchino di soddisfare il bisogno dal quale è scaturita la ricerca.

Generalmente le persone hanno 3 tipi di intenti:

1. Intento navigazionale

Sono quel tipo di ricerche come “facebook”“log in gmail” oppure “youtube”. L’intento è semplicemente quello di raggiungere il sito al quale si vuole arrivare.

Lo si fa utilizzando Google invece della barra dell’url e, di conseguenza, non dovresti investire tempo a cercare di posizionarti per questo tipo di keyword, perchè quando l’utente cerca “facebook”, l’unico risultato che vuole ottenere è loggarsi su Facebook, non sta cercando una guida su come creare inserzioni oppure su come aumentare i like.

2. Intento informazionale

L’obiettivo, in questo caso, è quello di ottenere informazioni su come fare qualcosa oppure su recensioni o prezzi di prodotti.

La tipica keyword che dà vita ad una ricerca informazionale inizia con “come fare…..”.

Nel caso dell’esempio sul blog del vino, potrebbe essere qualcosa tipo “come degustare il vino” ed è per questo motivo che ai primi posti di Google, troverai spesso guide, che rispondono a questo tipo di ricerca.

L’utente non manifesta una chiara intenzione di acquisto, ma la sua predisposizione all’ascolto e all’apprendimento è elevata e, di conseguenza, puoi pensare di inserire degli agganci che ti consentano di catturare la mail dei clienti - magari tramite un content upgrade - oppure dei consigli che puntino a dei link di affiliazione, che ti consentiranno di monetizzare, se poi l’utente dovesse realmente acquistare.

3. Intento transazionale

Gli utenti che cercano argomenti come confronti sulle assicurazioni, gli affitti in una città oppure i corsi per conseguire un attestato, hanno un forte orientamento transazionale.

Se riesci a posizionarti su questo tipo di keyword, e ad offrire contenuti capaci di soddisfare, in modo chiaro e diretto, i tuoi visitatori, puoi stare certo che una buona parte di essi si trasformerà in clienti.

Solamente il 20% delle keyword, che vengono cercate dagli utenti hanno un intento informazionale o transazionale…è per questo motivo ti serve una strategia, che ti consenta di massimizzare le conversioni del traffico che arriva sul tuo blog 😉

Come scegliere le keyword

Prima di iniziare a scrivere, è quindi necessario scegliere le keyword giuste.

Da dove si comincia?

Dallo scoprire quante ricerche vengono effettuate, in un mese, dagli utenti per determinate parole. Puoi anche scrivere l’articolo migliore del mondo, ma se l’argomento non è cercato da nessuno, su Google, il tuo articolo difficilmente sarà letto, e apprezzato, da qualcuno. Quindi puoi utilizzare strumenti come Keyword Planner o SeoZoom, che ti permetteranno di definire con precisione il numero di ricerche.

trovare-parole-chiave-keyword-planner

Come vedi, in questo modo, riesco ad avere un’idea precisa del potenziale di un articolo, e questo mi dà anche degli spunti per iniziare a creare il piano editoriale nei dettagli, suddividendo gli articoli nelle relative categorie.

La keyword “vino” riceve oltre 300.000 visite al mese, ma sarà estremamente complesso posizionarmi, con un nuovo blog, in prima pagina. Quindi è preferibile applicare la celebre teoria della “coda lunga”, e quindi cercare di posizionare gli articoli su keyword come “enoteca online” oppure “vendita vini online”.

Non è solo questione di visibilità, ma anche di intenzione di ricerca, come ti ho detto prima.

E’ probabile che gli utenti che cercano “vino on line” siano più intenzionati ad acquistare rispetto a quelli che cercano “vino bianco” e, di conseguenza, se riesco ad offrirgli un articolo di valore, ben scritto, dove trovano tutte le informazioni sugli e-commerce migliori da dove acquistare, posso ragionevolmente attendermi una monetizzazione da questo contatto.

La ricerca semantica

La ricerca semantica è quel processo, il cui obiettivo è capire le esigenze di ricerca dell’utente, tramite il significato che ha l’utilizzo congiunto di alcuni termini.

L’obiettivo di Google è dare all’utente ciò che l’utente sta cercando di ottenere. Di conseguenza, lo scopo si può considerare raggiunto quando i desideri contenuti nella mente dei lettori si materializzano nei risultati di ricerca.

Ecco perchè è estremamente importante guardare ai contenuti orientati alla SEO con una prospettiva differente rispetto al passato, e di più ampio raggio.

Fare SEO richiede uno sforzo ulteriore, che è quello di essere capaci di interpretare cosa vuole, chi si trova dall’altra parte dello schermo.

Questi esempi ti serviranno a chiarire la idee

ricerca-semantica-keyword-intenzione-di-ricerca

Come vedi, c’è una sottile differenza tra le keyword, ma ce n’è una enorme nelle intenzioni di ricerca. Nella seconda tranche di keyword c’è un intento transazionale, mentre nella terza c’è un intento informazionale.

Questa è la ricerca semantica e Google ti premierà, se sarai capace di utilizzarla nel migliore dei modi. Investi il tuo tempo a capire cosa desiderano i tuoi lettori e ne risparmierai tantissimo quando ti metterai a scrivere. Eviterai di sbagliare e di perdere la fiducia nel tuo progetto, se capirai perchè un articolo con il titolo “Come capire se il vino sà di tappo: 3 trucchi che nessuno conosce”, non ti sarà utile a monetizzare.

Creare una pagina, in ottica SEO, che piaccia ai tuoi lettori: il modello AIDA

Dopo questa serie di azioni preliminari di fondamentale importanza, puoi finalmente metterti a scrivere.

L’ideale sarebbe che il tuo articolo venisse letto, apprezzato, commentato e magari anche condiviso dai tuoi lettori. Questo provocherebbe la magnifica conseguenza di amplificare l’interesse attorno al tuo blog, e aumenterebbe il valore percepito dagli utenti, aumentando la possibilità che si convertano in clienti.

Esiste un modello, utilizzato nel marketing da decenni, che ti permette di raggiungere questo obiettivo: il modello AIDA.

modello-aida-attenzione-interesse-desiderio.azione

La scelta del titolo, l’url e della meta description

Per prima cosa, devi attrarre l’attenzione dei visitatori…questo significa che devi scegliere un titolo accattivante e persuasivo. Infatti, quando scorri i risultati di ricerca di Google, se un titolo non ti provoca curiosità, difficilmente cliccherai per entrare nel sito a leggere l’articolo.

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Queste sono le regole: nel titolo devi inserire la keyword sulla quale è costruito l’articolo e devi scegliere una meta description, che rafforzi la convinzione dell’utente a cliccare.

Tieni sempre a mente una cosa: i visitatori su internet non vogliono investire troppo tempo a cercare una soluzione e quindi ogni volta che entrano in un sito hanno paura di aver investito il loro tempo in maniera sbagliata.

Per questo, dall’altra parte devi essere bravo a fornirgli quello che vogliono. Uno dei fattori che influenza la SEO è il tasso di rimbalzo, che Google identifica in quel comportamento, che consiste nell’andarsene dal sito velocemente, senza aver visitato altre pagine.

Ecco un altro motivo per cui devi essere in grado di connetterti con le esigenze dei tuoi lettori ed intuire cosa si aspettano di trovare appena entrano nel sito.

Come si scrive allora un buon titolo e una buona meta description?

Se cerco “come avere addominali”, ecco i risultati della prima pagina. Cosa noti?

ricerca-google-titolo-meta-description

Tutti gli articoli che compaiono ai primi posti hanno la capacità di creare attenzione.

Ecco alcune formule che puoi usare per creare un articolo che generi attenzione:

  • come ….. in X passi
  • la checklist per …...
  • il miglior modo per ….
  • i X trucchi per ……
  • ….. in X minuti: ecco come fare
  • fare …….. in modo semplice e veloce

Il titolo deve essere corto. Cerca di mantenerlo tra i 20 e i 70 caratteri.

Successivamente, devi curare la meta description, che è la descrizione che compare sotto il titolo dell’articolo e l’url.

La meta description deve rafforzare ciò che è già contenuto nel titolo e deve contenere una breve, ma chiara descrizione degli argomenti trattati nell’articolo.

Deve avere un numero di caratteri compreso tra i 135 e i 160 e contenere la keyword, sulla quale è stato costruito l’articolo.

Devi infine ottimizzare l’url e, anche in questo caso, l’ideale sarebbe che contenesse la keyword e non fosse troppo lungo.

Se, ad esempio, sto scrivendo l’articolo “Vendita di vini online: i 5 migliori e-commerce” sulla keyword “vendita vini online” per il mio blog sul vino, potrei utilizzare questa formula:

http://www.blogsulvino.it/vendita-vini-online

La struttura della pagina e il contenuto

Ora che sei riuscito ad attirare l’attenzione del visitatore e a condurlo sul tuo blog, la grande sfida è quella di proporgli dei contenuti di valore e funzionali alla ricerca che sta conducendo.

La struttura della pagina deve prevedere una suddivisione in paragrafi (gli h2) e deve avere uno stile di scrittura fluido ed intelligibile.

La suddivisione in paragrafi aiuta il lettore a rendere digeribile il contenuto, in quanto spesso capita di lasciare a metà un articolo che si sta leggendo, e sarà più facile riprendere la lettura da dove si è abbandonato. Inoltre dovresti inserire negli h2 una parte della keyword che stai utilizzando oppure allungarla e renderla ancora più “long tail”. Puoi utilizzare uno strumento come KeywordTool per farti suggerire in quali paragrafi suddividere il tuo articolo.

keyword-tool-ricerca-paragrafi-h2

Come vedi, continuando nell’esempio del blog sul vino, potresti suddividere l’articolo sulla vendita di vino online, mostrando quali sono le migliori offerte e qual è il miglior sito sul quale acquistare.

Se stai realizzando un articolo molto lungo, come quello che stai leggendo, ti suggerisco di utilizzare dei sottoparagrafi (h3) per favorire ancora di più la facilità di lettura.

Funziona un pò come nei libri che studiavamo a scuola: quando studiavi sicuramente avevi meno difficoltà a suddividere i concetti in tante parti, e così era più facile ricordarti quello che leggevi.

Sei nella fase dell’interesse del modello AIDA, e quindi per creare interesse, è utile saper utilizzare anche tecniche di copywriting.

Un copywriting di successo ha 2 caratteristiche che lo contraddistinguono:

  1. originalità nell’esposizione
  2. focus sui benefici percepiti dal lettore

Saper essere originali significa evitare di copiare contenuti da altri blog ed iniziare a costruire uno stile di scrittura unico, che possa essere immediatamente associato all’autore, quando viene letto.

Puoi avere uno stile di scrittura molto diretto e senza fronzoli, come uno stile maggiormente prolisso e ricercato. Nessuno dei due è migliore. La cosa veramente importante è che i tuoi lettori ti apprezzano e siano interessati a scorrere l’articolo, e ne siano catturati abbastanza da decidere di arrivare fino alla fine.

Inoltre, se stai descrivendo le potenzialità di un prodotto, evita di elencare tutte le caratteristiche stile “lista della spesa”, ma concentrati sui vantaggi che il tuo lettore può ottenere con quel prodotto. Per questo è molto importante conoscere bene l’argomento di cui si parla ed impersonificarsi nei propri utenti.

Un esercizio che puoi fare è rispondere a questa domanda: “cosa vorrei leggere io, se fossi dall’altra parte dello schermo?”

Questo ti aiuta a definire quali sono le esigenze reali di chi ti legge e come puoi concretamente soddisfarle.

I link interni ed esterni

Un aspetto molto significativo, per Google, è quello dei link interni ed esterni.

L’ideale sarebbe che creassi una rete tra i tuoi articoli, in modo tale che i motori di ricerca percepiscano che appartengono tutti alla stessa categoria.

Osserva attentamente questa immagine

link-interni-ottimizza-seo-articolo

Poniamo che la categoria sia “Vino Online”. Devi scrivere un articolo molto lungo, di almeno 3.000 parole - il pillar post - sulla keyword corrispondente alla categoria e, poi, quelli che trovi nei rettangoli, sono gli articoli contenuti all’interno della categoria.

L’ideale sarebbe che, quando scrivi un articolo, inserisci dei link interni ad altri articoli che trattano lo stesso argomento. In questo modo, come vedi nell’immagine, crei un network tra gli articoli ed è come se comunicassi a Google che quegli articoli sono connessi tra loro e appartengono alla stessa categoria.

I link esterni invece sono quelli che puntano al di fuori del tuo blog e aiutano ad aumentare la percezione del valore agli occhi dei motori di ricerca. Il concetto di base è simile a quello delle pubblicazioni accademiche. Una ricerca accademica o un manuale acquisisce valore, in base alle citazioni che riceve dai “colleghi”, che operano e studiano nello stesso settore.

Di conseguenza, quando scrivi una tesi, o un articolo, citare fonti autorevoli, conferisce naturalmente autorevolezza anche al tuo articolo.

Lo stesso meccanismo lo devi utilizzare quando pubblichi un contenuto sul tuo blog.

Il modo per farlo correttamente è, appunto, quello di inserire dei link ad altri siti di valore.

Creare desiderio e spingere all’azione

Una volta che sei riuscito a catturare l’attenzione del lettore e a spingerlo a leggere il tuo articolo, devi iniziare a creare il desiderio di ottenere i tuoi stessi risultati oppure a compiere qualche azione propedeutica all’acquisto dei prodotti o dei servizi che presenti nell’articolo.

Una tecnica decisamente performante nella creazione del desiderio è quella di inserire una lista di punti che presentino delle forti motivazioni, che spingano l’utente a compiere lo stesso percorso o dei vantaggi, che iniziano a fargli capire che quel determinato prodotto è ciò che fa per lui.

Il numero ideale dei punti della lista è tra i 3 e i 7.

Ricapitoliamo…per realizzare un modello AIDA vincente per i tuoi articoli devi:

  1. scegliere le keyword, tenendo conto della ricerca semantica ed intuire l’intento di ricerca dell’utente
  2. scegliere il titolo, l’url ed una meta description capace di catturare l’attenzione, tra i risultati della SERP
  3. creare un contenuto originale, interessante e di valore per i tuoi lettori, che sia capace di soddisfare le loro esigenze di ricerca
  4. fare attenzione alla struttura dell’articolo, individuando le keyword da utilizzare nei paragrafi (h2) e nei sottoparagrafi (h3)
  5. inserire link interni ad altri articoli che trattano lo stesso argomento e link esterni verso blog o siti “autorevoli”, posizionati all’interno della stessa nicchia
  6. suscitare, nell’utente, il forte desiderio di replicare gli stessi risultati ottenuti da chi scrive o di ottenere più informazioni su ciò che si sta cercando di offrire

E il settimo punto...è quello di inserire una call to action!

Ecco un esempio di call to action, che ho trovato in questo articolo sui viaggi a New York

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Pensa che questo articolo è stato condiviso più di 8.000 volte su Facebook ed è molto probabile, di conseguenza, che tramite i link di affiliazione contenuti all’interno, sia una fonte di monetizzazione piuttosto rilevante, per i proprietari del blog.

Questo articolo l’ho trovato digitando su Google la keyword “dormire a New York”, che è una keyword con un intento informazionale, che potrebbe facilmente trasformarsi in una transazionale, a patto che l’articolo costruito sopra di essa sia costruito in maniera tale da offrire informazioni che facilitino la vita dell’utente.

Pensaci bene. E’ probabile che chi si stia informando sui posti dove dormire a New York rientri in una delle seguenti categorie:

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  1. idea di organizzare un viaggio a New York nel giro di qualche mese e ricerca di informazioni preliminari su difficoltà organizzative e costi del viaggio →  intento informazionale, bassa propensione all’acquisto
  2. l’utente ha deciso di fare una vacanza a New York tra qualche settimana e vuole iniziare a raccogliere informazioni perchè a breve organizzerà il viaggio → intento informazionale/transazionale, media propensione all’acquisto
  3. l’utente ha già acquistato il biglietto aereo ed ora ha la necessità di iniziare a cercare un hotel nel quale soggiornare → intento transazionale, alta propensione all’acquisto

Nell’ultimo caso, che è quello con la maggiore propensione all’acquisto da parte del visitatore, dobbiamo essere in grado di empatizzare con il potenziale cliente. Nella sua mente, in questo momento, c’è la grande paura di prenotare un hotel in una zona poco sicura di New York, che comporterebbe enormi disagi nello svolgimento della vacanza.

Per questo motivo, il potenziale cliente ha bisogno di essere consigliato nella ricerca, possibilmente da chi ha già effettuato un viaggio a New York e di essere guidato passo passo nella scelta della migliore soluzione, che gli consenta di far svanire i suoi timori e di avere la certezza che non sbaglierà nella prenotazione.

Ti ringrazio per aver letto tutto l’articolo e, se hai apprezzato i contenuti, ti invito a condividerlo sui tuoi profili social 😉

Ivan Messina
ivan
Con oltre 10 anni di esperienza nel web hosting, lavora ogni giorno per migliorare il servizio e riservare attenzione a ogni singolo cliente.
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