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Link building: cosa significa e come si imposta una campagna in modo ottimale

Uno dei procedimenti davvero importanti per fare un'ottima campagna SEO è la link building. Dato per scontato, che tutti sappiamo che cosa sia una campagna SEO, oggi ci concentreremo su questa tecnica che consiste nel migliorare la quantità di link in ingresso verso un sito web.

È proprio così vero come si scrive spesso - commettendo un grave errore - che la link building non serva più a nulla? Ce lo chiediamo perché navigando fra forum, gruppi social e altri canali, spesso questa tecnica viene snobbata.

In realtà non bisogna concentrarsi solo su questa nel cercare di posizionare un sito, ma non bisogna nemmeno sottovalutarla. I risultati a cui porta sono eccezionali. Naturalmente è ovvio che ancor prima di intraprendere una campagna di link building non rischiosa dobbiamo aver impostato un sito in ottica SEO con un lavoro ben fatto.

Attenzione! Una link building fatta senza i giusti accorgimenti può portare a gravi conseguenze. Fra le quali c'è quella che il sito venga penalizzato in modo pesantissimo dalla SERP di Google.

Cosa si intende propriamente con link building?

Link Building significa una rete di link - Fonte immagine digivigyan.com
Link Building significa una rete di link - Fonte immagine digivigyan.com

Traducendo semplicemente dall'inglese all'italiano si può sintetizzare il significato di link building con la parola "rete di link". O, per meglio, dire un insieme di siti e pagine web che portano l'utente a navigare verso il sito che abbiamo messo online da poco o che vorremmo creare. Tutta questa operazione ha l'obiettivo di incrementare la fiducia che Google assegna al nostro sito e che molti esperti di SEO etichettano con la parola inglese TRUST.

Quindi una volta che abbiamo creato il nostro sito, l'abbiamo ottimizzato in ottica SEO, considerando le giuste keyword dentro agli articoli o pagine web, curando i contenuti e ponendo correttamente i link interni, per aumentare il traffico in entrata sicuramente non possiamo sottovalutare il fattore authority di Google, perché è quello che ci consentirà di essere trovati dai navigatori del web.

Il motore di ricerca più famoso al mondo, infatti, assegna proprio un alto valore di trust al nostro sito, se la rete di link che è presente è eccellente. Se un altro sito presenta un articolo o un post dove come fonte di interesse è citato il nostro sito, allora vuol dire che per Google il sito è autorevole. Ovviamente quanti più siti ci linkano, tanto più la nostra autorevolezza aumenterà.

Come si riconosce un buon link in ingresso? Come deve essere costruito?

Se dai nostri tool di analisi abbiamo notato un sito che ci ha linkato è sempre bene fare un controllo per verificare due valori fondamentali: l'autorità di quel sito e l'attinenza argomentativa con il nostro sito. In riferimento al secondo aspetto, sarà bene controllare se il sito è generalista o verticale. Nel primo caso basta pensare a tutti quei siti che trattano vari argomenti (dalle notizie al gossip, passando per lo sport e agli hobby); il secondo di contro è prettamente concentrato su uno specifico tema.

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Per comprendere meglio questa primaria analisi, immaginiamo che il nostro sito tratti di turismo e viaggi. Se il nostro pezzo sulle "5 cose da vedere in Sardegna" viene linkato da un pagina web che parla dei migliori B&B in Italia è molto diverso rispetto a un link che proviene da un portale generico.

Altro controllo è da effettuare sull'autorità della pagina (non il sito che la contiene) dentro a cui era presente quel link. Le domande da porsi sono:

- è una pagina nuova o ben posizionata

- è scritta bene e ben approfondita

- è ottimizzata (si trova in homepage o dentro ad altre pagine del sito)

- il link trovato dove si trova dentro al sito: dentro a un contesto o nella parte laterale

- che struttura hanno il link e l'anchor text

Le varie tipologie di anchor text

Quando fai link building, sceglie l'ancora nel modo corretto - Fonte immagine avantgrade.com

Quest'ultimo punto è uno dei più importanti da considerare. Un link ben fatto comprende la pagina da linkare (il nostro sito) e la piccola parte del testo che si chiama "anchor text". Questa stessa può essere etichettata in vari modi.

Si dice navigazionale, se suggerisce all'utente un'azione, del tipo "clicca qui".

Viene considerato branded, se cita per l'appunto un brand o una fonte autorevole a cui rifarsi. Un esempio classico può essere questo: se ti interessa conoscere i B&B migliori in Toscana, Massimo Rossi ha fatto quest'analisi di recente. In questa situazione il link è proprio sul nominativo, ecco perché viene definito "branded".

Il terzo caso è quello dell'anchor text manipolativo, ovvero che contiene la keyword che vogliamo potenziare. Sempre riferito al discorso di B&B possiamo ipotizzare un anchor text che sarà scritto così: "l'ottimo report del blog dei viaggi di Massimo Rossi ci consente di scoprire le location da non perdere in Sardegna". In questo caso l'autore dell'articolo si è concentrato sulla parola chiave da migliorare, cioè la Sardegna.

I link: come si classificano

Fondamentalmente in due tipi: nofollow e dofollow.

Il nofollow è quel tipo di link caratterizzato dal fatto che non deve passare nessun valore di trust verso il sito che si sta linkando. Il dofollow è esattamente l'opposto e viene consentito a quel link di ricevere o viceversa passare un po' di trust all'altro sito. In questa seconda situazione ovviamente la possibilità di crescita del nostro sito sarà maggiore.

Ma non bisogna pensare a uno schema rigido da parte del motore di ricerca.

Come si progetta una link building vincente?

Certamente non serve iniziare a linkare e farsi linkare senza una strategia. Sarebbe un errore forse irrimediabile. Di base infatti la link building non è mai di alto gradimento per Google. Perché ovviamente se - come detto - il motore di ricerca si orienta nel valorizzare o meno i siti in base ai link, noi facendo una link building, cerchiamo di forzarlo a seguire la nostra strategia. Ma, poiché i suoi spider e strumenti di controllo sono efficientissimi, è fondamentale non dare alcune impressione a Google che stiamo operando una strategia di link building.

È ovvio che serve un po' di ragionevolezza per impostare una strategia sicura. In particolare l'efficacia di questo metodo è da prendere in considerazione solo su un arco di tempo ampio e non nel breve periodo.

Infatti è palese che se mettiamo online un sito web è impossibile che subito ci arrivino dei link da siti autorevoli, da pagine affidabili e tutti dofollow. Ben più realistico è pensare che arrivino link di ogni tipo: quelli clickbait, quelli spam, quelli dai social e dai forum oppure anche citazioni/tag senza link.

Quello che realmente serve è creare una situazione molto varia, che raggruppi link autorevoli a link da scartare. È essenziale saper sviluppare una crescita di link (al pari di un sviluppo di traffico del sito) a partire dai link base (quelli del sito appena messo online) e dal confronto con il numero dei link dei nostri competitor.

È ragionevole pensare che se un sito ha un rapporto visite/link sproporzionato a favore dei secondi, Google capisce da solo che quel sito sta solo facendo link building.

Link building di qualità: dove posizione le anchor text

Un passo basilare è quello di differenziare le anchor text fra un tipo manipolativo e le altre tipologie che abbiamo visto prima.

Nel primo caso l'anchor text dovrà essere costruito con accortezza, scegliendo le parole chiave e la loro posizione dentro al testo. La collocazione non va sottovalutata per niente:  non troppo a inizio del testo, perché perderebbe senso la funzione di approfondimento del link e quindi meglio dopo un paio di paragrafi della prima parte dell'articolo.

Come ha ben spiegato più volte Max Del Rosso, che è un esperto davvero interessante di questo campo e i cui contenuti sono sempre indicativi, il link ideale è quello che sa anticipare il contenuto dell'altra parte del link.  

Per esempio un link fatto male è quello che palesa la propria incongruenza rispetto al testo in cui è inserito. Immaginiamo un link costruito con un anchor text "Come usare Amazon Kindle" che manda il lettore a un articolo il cui argomento è "Cosa cucinare in estate". Dal confronto fra i due contenuti del link si evince all'istante che non c'è similarità. Sarebbe dannoso pensare che l'ancora ci consenta di posizionarci su più temi dentro alla SERP di Google e lo stesso motore di ricerca guarderebbe con sospetto questa operazione.

Regola base è questa: dall'altra parte del link ci deve essere corrispondenza argomentativa con l'anchor text.

Attenzione anche alla costruzione delle parole chiave e non chiave del link. Una frase come "Come direbbe Massimiliano F. un ottimo copywriter deve ecc..." e prendere poi in anchor text "ottimo copywriter" ha valore nullo. Non serve a portare posizionamento.

Per concludere, le ancore del testo non vanno messe a casaccio, ma richiedono un piano strategico diversificato, che abbia però un particolare riguardo verso quelle manipolative. È possibile mischiarle un po', metterle in parti essenziali di un testo, ma sempre ci deve essere una certa attinenza tematica.

Le ancore branded o navigazionali vanno inserite anche queste, purché specifichiamo quale sia l'obiettivo del link stesso. Allora sì che è una buona cosa inserire qualche keyword.

Riprendendo uno degli esempi precedenti "l'ottimo report del blog dei viaggi di Massimo Rossi ci consente di scoprire le location da non  perdere in Sardegna, clicca qui per scoprire di cosa si tratta". Dentro a questa frase ci sono tutti gli elementi coerenti: un report (quindi un articolo), un citazione nominativa e la qualità del lavoro svolto.

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Come comportarsi con richieste dofollow e nofollow?

I link non sono tutti uguali: dofollow e nofollow - Fonte immagine fueld.nl

Sempre nell'ambito strategico è importante che Google veda entrambe le tipologie di link.

Poi è evidente che se il piano preparato funziona bene, saremo noi stessi a preferire link maggiormente dofollow rispetto ai nofollow.

Teniamo anche una piccola porta aperta per le citazioni, perché anche questa fanno parte del piano di SEO-marketing che abbiamo creato per non insospettire Google.

Ricordiamo sempre che tutti gli elementi di cui abbiamo parlato (link, clickbait, anchor text, post, guest post e tanto altro) devono essere presenti nel nostro sito.

Anche fare un ragionamento un po' pretenzioso tendente a pensare che poiché il nostro sito sta qualitativamente crescendo, allora non dobbiamo accettare link da siti di autorità inferiore è sbagliato. Fra i must della rete certamente troveremo qualcuno che ci linkerà, ma altrettanto dalle nostre analisi vedremo siti più piccoli o ben definiti (verticali soltanto o unicamente generalisti) che ci linkeranno. E questo è un processo normalissimo.

Come gestire link in ingresso e la frequenza dei link nel nostro sito

Se individuiamo i link fondamentali per la nostra crescita, possiamo inserirli regolarmente nei nostri contenuti. Certo è ovvio che non dobbiamo attenerci a una calendarizzazione prestabilita, ma possiamo diffonderli dando sempre l'idea della casualità di cui abbiamo precedentemente parlato.

Una volta potremmo usare 3 link in modo ravvicinato, un'altra volta distanziarli un po' di più.

Poi c'è sempre da tener conto di vari fattori. Ad esempio se facciamo link building sul  portale di Fanpage è evidente che ricevendo in ingresso un numero cospicuo di link, una volta osservata la "regola della coerenza" non facciamo nessun danno.

Se abbiamo in mano un sito che ha visite scarsissime e i cui link in entrata sono minimi e dal nulla arrivano in ingresso più di 50 link al mese, Google cancella il nostro sito dal suo server.

Particolare osservanza dobbiamo averla nei confronti degli IP dei siti. Mai o quasi mai accettare link che non rappresentano un sito univoco, ma sono appunto una rete di siti. In questo caso Google se fa un'analisi e trova una compresenza eccessiva di server, alza il suo grado di attenzione.

La strategia che punta sull'espansione grazie a una rete di siti può anche essere messa in atto, ma la sua realizzazione è complicatissima.

Una certa elasticità dobbiamo averla anche nei confronti delle posizioni da cui arrivano i link. Come detto ci sono delle posizioni ottimali, ma se qualche volta il link arriva da una sidebar, da un footer, dalla terza o quarta pagina di un sito non dobbiamo prendere nessun provvedimento particolare.

Link building e digital PR: differenze

Considerare link building e digital PR operazioni simili è errato.

La costruzione dei link ha come obiettivo primario quello di aumentare l'autorità del nostro sito, ma non le sue visualizzazioni o visite. Queste potremmo considerarle come un effetto positivo che avrà la propria causa o merito proprio in una link building ben fatta.

I link di questa strategia non si pongono come proprio fine quello di un'azione da parte dell'utente (anche se questo può naturalmente accadere).

La digital PR è invece l'insieme di pubblicazioni contenenti link che l'utente deve cliccare. Perché il loro fine è quello. Si tratta di collaborare con un sito il cui target è simile e che quindi presumibilmente ci porterà traffico in entrata dal suo sito.

Come acquisire link: i guest post e i link

I link per Google devono pervenire al nostro sito in modo spontaneo e non ci deve essere alcun accordo fra i siti che si scambiano link né nessuna possibilità di vendita o acquisto. Anche se poi in rete si trovano forum, social e mail che tendono a creare un market dei link. Questa pratica ormai è usuale.

Il modo migliore per ottenere link in ingresso è dedicarsi a scrivere dei guest post. Termine che identifica un testo in rete che verrà ospitato su altri blog o siti.

È sufficiente contattare il gestore di quei siti e proporre loro una collaborazione con scambi di guest post.

Stessa identica cosa puoi fare con siti di amici o partner digitali. Se ci sono tematiche vicine la collaborazione è fruttuosa per entrambi.

Altra operazione semplice è quella di frequentare forum concentrati su argomenti del nostro sito e lasciare ogni tanto i propri riferimenti (link del nostro sito o blog) fra un intervento e l'altro. Spesso ricaveremo più link nofollow che altro, ma possiamo accontentarci.

Sconsigliata è la strategia dei link "rotti". Grazie alle analisi dei tool SEO potremmo scoprire dei link che non sono indirizzati verso niente. C'è sempre la possibilità di contattare "il proprietario" di quel link e chiedergli se possiamo indirizzarlo verso il nostro sito.

Gli errori da non commettere nella link building

Come ripetuto più volte il rischio maggiore è che Google possa per sempre far scomparire  il nostro sito dalla propria SERP.

Quali cose dobbiamo evitare?

Certamente non dobbiamo fare entrare tantissimi link in un sito che è vergine. La cosa come potete ben intuire non è reale né credibile.

Seconda regola generale: senza un'impostazione SEO ben fatta, non serve a niente fare link building.

Meglio allontanarsi anche da una link building-network. Quella per la quale compriamo 20 siti tutti statici, ma collegati ai nostri argomenti e ci inseriamo dentro numerosissimi link.

Come per i link rotti anche questa strategia è possibile, ma va tenuta sotto controllo stretto per evitare che Google abbia sentore di ciò che stiamo facendo.

All'interno degli scambi di link, meglio evitare quelli "dritti". Sono poco gradevoli per Google. Certo se lo scambio di link pubblicitari lo troviamo dentro a delle sidebar o a delle sezioni particolari di un sito web di un nostro amico può essere fatto. Sempre mantenendo lo stesso campo tematico fra i link e i contenuti.

Di contro se in un pezzo web i link si scambiano a vicenda, l'azione è alquanto sospetta.

Un controllo serrata lo richiedono anche le anchor text manipolative, ma troppo forzate. Particolare osservazione richiedono quelle con le keyword presenti e con parole disposte tipo ricerca combinata di Google.

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Un esempio un anchor text composto da "sgonfiare pancia" (basato sugli intenti di ricerca degli utenti e basta) è da evitare. Non dobbiamo comporle con tutte le parole chiave che ci servono e soprattutto rispettiamo l'uso di un italiano accettabile.

Concludiamo dicendo che ogni consiglio di metodo e strategia di link building è sempre da seguire, ma il settore è talmente vasto che ogni caso va attentamente analizzato come a sé stante.

Max Del Rosso
SEO Link Builder Specialist
http://www.ilmioposizionamento.it/chi-sono/

Ivan Messina
ivan
Con oltre 10 anni di esperienza nel web hosting, lavora ogni giorno per migliorare il servizio e riservare attenzione a ogni singolo cliente.
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